Il vaso dove muore questa verbena
da un semplice tocco di ventaglio è stato incrinato;
il tocco deve averlo sfiorato appena,
non v’è stato alcun rumore.
Ma la leggera incrinatura
mordendo il cristallo ogni giorno
con un segno invisibile e deciso
ne ha fatto lentamente il giro.
La sua acqua fresca se n’è uscita goccia a goccia,
il succo dei fiori si è consumato.
Nessuno ora ha dubbi,
non toccatelo, è rotto.
Spesso, così, anche la mano che si ama,
sfiorando il cuore, lo incrina;
poi, il cuore si spezza da solo
il fiore del suo amore muore.
Sempre intatto agli occhi del mondo
sente piangere e aumentare sommessamente
la sua ferita sottile e profonda:
non toccatelo, è spezzato.
Sully Proudhomme, Il vaso infranto, Traduzione anonima
Steepitosa
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Sì, anche se la traduzione è modesta, ma l’impianto del testo originale regge.
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La traduzione contiene un errore dovuto a scarsa conoscenza della lingua francese: “se douter” di qualcosa significa averne sentore.
La (bella) traduzione ritmica he conobbi da ragazzo, diceva giustamente:
Se ne fuggiva l’acqua ad ora ad ora
e il fiore bello inaridì, frattanto;
nessuno, attorno, se n’è accorto ancora:
non lo toccate, poiché il vaso è infranto!
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