Per me è stato facile prostituirmi perché ho sempre saputo che appartenevo ad altri, a una comunità che si sarebbe incaricata di trovarmi un nome, di controllare le entrate e le uscite, di darmi un padrone che mi dicesse quello che dovevo fare e come, ho sempre saputo di essere la più piccola, la più sbandata, e a quel momento lavoravo già come cameriera in un bar, da un. Lato c’erano le puttane e dall’altro i clienti, dei clienti che mi davano un po’ più di mance del necessario e che mi costringevano a prestar loro più attenzioni che agli altri, un’ambiguità si è stabilita senza forzature, naturalmente, era un gioco fra me e loro, iniziato molti mesi prima che io mi orientassi verso ciò che tanto mi attirava, e quando ci penso ancora oggi mi sembra che non avrei avuto altra scelta, che mi avessero già consacrata puttana, che fossi già puttana prima ancora di esserlo, mi è bastato sfogliare il quotidiano in lingua inglese la Gazette per trovare la pagina delle agenzie di escort, mi è bastato prendere il telefono e comporre un numero, quella della più importante agenzia di Montréal, e secondo il testo dell’annuncio ingaggiava solamente le escort migliori e si rivolgeva alla clientela più esclusiva, cioè raccoglieva le ragazze più carine e gli uomini più ricchi, la ricchezza degli uomini è sempre andata a braccetto con la giovinezza delle ragazze, lo sappiamo, e siccome io ero molto giovane fui subito ammessa, sono venuti a prendermi a casa e mi hanno portato in una camera dove ho ricevuto cinque o sei clienti uno dopo l’altro, le debuttanti sono sempre molto gettonate, mi hanno spiegato, non hanno neanche bisogno di essere carina, mi è bastata una sola giornata in quella camera e mi è sembrato di non aver mai fatto altro in vita mia.
Sono invecchiata in un colpo, ma ho guadagnato parecchio, mi sono fatta delle amiche fra quelle con cui la complicità era possibile e anche terribile perché si basava su un odio comune, l’odio per i clienti, ma grazie ad essa uscivamo dalla dimensione della prostituzione, tornavamo delle donne normali, sociali, delle nemiche.
Nelly Arcan, Putain, Seuil