Non so quanto Corrado Govoni si studi nelle scuole. Credo che si legga di passaggio e che venga sbrigativamente catalogato come crepuscolar-futurista, prima di passare ad altro. Come tutti gli strumenti, anche il concetto di poetica può diventare soffocante o riduttivo quando viene usato come semplice etichetta. In Armonie, un titolo del quale il lettore scopre l’intento beffardo già dopo pochi versi, qualche lucina crepuscolare è accesa (il girovago, la bimba malata…), ma sono fanali disseminati lungo il percorso solo per consentire al poeta ragazzaccio di prenderli a sassate assecondando un impeto di antipoesia o per raffigurare un mondo crudelmente rovesciato: a incominciare da quella scimmia che non è più la bestiolina ridicola delle fiere paesane, ma la parodia di una prostituta. Ogni strofa ci propone un capovolgimento – parodistico, ma anche orrifico – di un mondo inaccettabile, culminante nel delirio del paziente che canta mentre gli viene cavato un occhio.
Armonie
Un girovago porta in giro su una spalla
una scimmia vestita alla garibaldina
che si gratta il didietro lustro come una cipolla,
rialzandosi comicamente la gabbana.
Una tribù di Pelli Rosse infilza sopra un’asta
un marinaio e poi gli balla intorno urlando percuotendosi nel petto.
Alla porta d’un gran palazzo in mezzo a una foresta
un servo attacca a un chiodo un cartello d’affitto.
In una piazza un orso zoppo salta
con un fantoccio acconciato di fasce.
Piangendo, nella gabbia, un innocente ascolta
legger la sua condanna mentre il popolo applaudisce.
Una bimba malata, in un cortile senza erba,
mangia svogliatamente dei pasticcini caldi.
Su la soglia d’una chiesetta un’orba
conta nella saccoccia il suoi soldi.
Dei collegiali vedon stando dentro l’oratorio
una giovine pettinarsi con il petto aperto,
a una finestra. Ed una pazza recita il rosario
ridendo accanto al suo figlio morto.
Una vedova in una stanza osserva attenta
la sua dentatura guasta in uno specchio.
Nella sala d’un ospedale un uomo canta
mentre i chirurghi gli cavano un occhio.
Corrado Govoni, Fuochi d’artifizio, Quodlibet, a cura di Francesco Targhetta
Altri chiaroscuri ‘900:
Palazzeschi: https://radiospazioteatro.wordpress.com/2014/12/15/chiaroscuri-900-aldo-palazzeschi-lantidolore/
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