La signora saliva in vettura raccogliendo gli ampi drappeggi della gonna e del mantello. L’uomo, poco distante, sul marciapiede, la guardava tremante.
Aveva un tale desiderio di raggiungerla, che fece ancora alcuni passi verso di lei e, senza accorgersene, posò la mano sulla maniglia della portiera, come per impedire che la carrozza rapisse l’oggetto del suo desiderio.
La donna abbassò la seta che le copriva il viso e domandò, con la massima naturalezza: «Volete salire, caro signore?»
«Scusate, signora, sono un idiota… calpesto il vostro mantello, a momenti salgo sulla vostra vettura… Scusate, scendo subito.»
Ella scoppiò a ridere, d’un riso franco, infantile. Il cocchiere, perplesso, aspettava ordini.
«Su, andiamo, Jean, porto il signore a casa mia!»