La preghiera

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/09/donald-trump-presidente-grillo-vaffanculo-generale-e-apocalisse-informazione-succedera-cosi-anche-con-m5s/3179326/

Questa dei morti è diventata un’ossessione. Il pensiero della morte accompagna tutti i vecchi: quelli meglio riusciti lo stemperano in un sorriso composto, un po’ dolente, e a volte anche venato di dolcezza quando chinano le barbe per osservare un bambinetto che gattona fra le aiuole o due passeri che si contendono con comica ira un pezzetto di pane. Il vecchio ben riuscito – cioè che tenta di sublimarsi nel personaggio del vecchio letterario – ricorda di quando lui stesso era passeretto frenetico e bambino ipercinetico, sempre in quel giardinetto e sempre sotto gli occhi dei vecchi del tempo; ricorda i loro occhi nascosti dietro la cataratta che lo spiavano indulgenti mentre uccideva i suoi compagni di giochi con la pistola di latta o semplicemente sparando con l’indice e il pollice: “Morto Giorgio… morto Pietro… morta Giovanna…” Ma erano uccisioni così festose che parevano quasi grida di ingresso nella vita. Nel vecchio riottoso che si oppone ottusamente alla morte, la voce del bambino diventa grido strozzato, il suo Ego s’incarognisce e si compiace di vedere morti complottanti contro di lui. Nel suo corpo stanco continua a scorrere una grottesca linfa giovane che lo illude di poter ancora uccidere con la leggerezza di una volta, puntando le dita a pistola e facendo “pum pum” con la bocca mentre non rinuncia a saltellare fra le aiuole nonostante gli scricchiolii delle ossa. Lo spettacolo del vecchio che arranca fra le aiuole imitando il passero iroso ha mobilitato un vasto pubblico entusiasta, e sull’onda del plauso popolare (“Il mio popolo”, dice egli fra sé) il vecchio viene percorso da scariche di eccitazione fuori età e si abbandona alla coprolalia (contrassegno dell’adolescenza e della disperazione senile). Strepita “vaffanculo”, come il bambino maleducato alla mamma (ma già, nessuno sgrida più i bambini, ai nostri giorni, e tanto meno i vecchi). Continua a ripetere il grido compulsivo, del quale è ormai prigioniero, e mulina le braccia immaginando che siano due grandi falci che mietono nemici. (E’ una sindrome che caratterizza il vecchio mal riuscito: i nemici crescono proporzionalmente al numero degli anni). L’allucinazione, che si autoalimenta, disegna scenari funebri sempre più ampi. I morti diventano schiere, gironi, categorie: i politici, i giornalisti… E’ un’ascesa tenace, quella che il vecchio sta compiendo, al termine della quale, forse, s’illude di incontrare il Male e, chissà, forse anche la Morte, per sopprimerli entrambi in un gesto che egli spaccia per Purità totale ma che nasconde solo una fiammella di paura, non si sa dove nascosta nel corpo in disarmo e che si rivela durante i momenti di stanchezza, quando il vecchio si assopisce borbottando: “Vaffanculo… pum… Vaffanculo… pum pum…”, questa volta come una preghiera.

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