Sono molti gli autori che hanno delegato un alter ego di firmare la loro opera come per marcare due differenti percorso, quello dell’uomo e quello dello scrittore. Da Michelangiolo Giovannini (Agnolo Fiorenzuola), Carlo Lorenzini (Colloci), Alberto Pincherle (Alberto Moravia), ecc. A volte la creazione di questo altro se stesso è più drastica e genera un essere fittizio connotato non solo da un altro nome ma anche da un altro sesso.
Una delle più fantasiose è quella di Raymond Queneau che si incarna in Sally Mara, una ragazzina quindicenne autrice di un diario intimo sul quale annota la sua quotidiana scoperta del mondo con una scrittura così dichiaratamente candida da costeggiare felicemente il morboso.
La campagna ha molte attrattive: è verde, immobile, si trasforma facilmente in letamaio, cosa utilissima per chi lavora i campi, in altri termini, per l’agricoltore. Io e la mia amica Mary ignoriamo le piante, per fissare la nostra attenzione soprattutto sugli animali. Quello che né io né Mary capiamo è la mania che hanno di saltarsi addosso. Il gallo, ad esempio, ha un’idea fissa, appollaiarsi sulle galline, mentre quelle brave pennute si appollaiano solo quando vanno a dormire. Inoltre, è una cosa che a loro proprio non piace, infatti chiocciano. Per cui, con una pertica in mano, faccio regnare l’ordine in quel microcosmo. Appena vedo un gallo che si avventa su una gallina, lo caccio via.
Però ogni volta che entro nel pollaio, il gallo in oggetto mi salta addosso con aria selvaggia e rancorosa. Sembra non apprezzare la mia iniziativa. È colpa mia? Ma, a quanto si dice, i galli non sono molto intelligenti.
Raymond Queneau Il diario intimo di Sally Mara, Feltrinelli,
traduzione Leonella Prato Caruso