Antidoto contro le trasmissioni gastronomiche. Edward Lear. Timballo di Borrospicchi.

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Non si sa mai: potrebbe capitarvi di essere invitati come ospiti a una trasmissione di cucina nel corso della quale il conduttore vi chiederebbe inevitabilmente una ricetta della vostra infanzia. Ve la potrete cavare brillantemente con questa ricetta di Edward Lear che vi eviterà di essere invitati una seconda volta.
Nel XIX secolo Lear, infaticabile costruttore di limerick, nonsense e disegnatore di pappagalli, non poteva prevedere un uso televisivo delle sue surreali ricette ma credo  che sarebbe lieto se qualcuno approfittasse delle sue costruzioni linguistiche.
Per chi fosse interessato al limerick, eccone un’anonima definizione in versi:
“Il limerick comprime l’anatomico/ con riso in spazio economico /ma i migliori concepiti/ raramente son puliti/ e il pulito è raramente comico.”

Prendete quattro libbre di borrospicchi freschi, copriteli d’acqua e fateli bollire incessantemente per otto ore, dopo di che aggiungete un litro di latte appena munto e lasciate bollire per altre quattro ore. Quando i borrospicchi saranno diventati teneri, versateli in una grossa pentola avendo cura di scuoterli bene prima di introdurveli. Indi lasciatela sobbollire per tre quarti d’ora. Agitate la pentola violentemente finché i borrospicchi non saranno diventati viola pallido.Preparate la pasta e inseritevi con precauzione il tutto, aggiungendovi 1 piccioncino, 2 fette di manzo, 4 cavolfiori e quante ostriche desiderate.Aspettate pazientemente che la crosta cominci a salire, aggiungendo un pizzico di sale di tanto in tanto.
Servite su un piatto pulito e gettate ogni cosa fuori dalla finestra il più in fretta possibile.

Da Umoristi dell’800, Garzanti.

2 pensieri riguardo “Antidoto contro le trasmissioni gastronomiche. Edward Lear. Timballo di Borrospicchi.”

    1. il nonsense è un esercizio complesso di scrittura; il confine che lo separa dalla stupidità è molto sottile, tanto che un buon numero di stupidi prova a verniciare le sue scempiaggini con una mano di demenza illudendosi di accedere al nonsense.

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